Settima parte

In quale direzione spirituale un rapo di cuib deve educare i suoi uomini.

Punto 48. Come si presenta un legionario.

Quando un legionario si presenta a un capo superiore o al Capo della Legione, si ferma a una distanza di tre passi in posizione d'attenti, saluta portando la mano destra al cuore e levandola poi verso il cielo e dice: sono il legionario... (Ionescu, Popescu, ecc.) del cuib...

Ha un atteggiamento fiero e militaresco. Parla brevemente. Guarda dritto negli occhi. Gli occhi non mentono. Il suo volto è pieno di speranza e risplende come un sole. Così lieto e pieno di fede si presenta il legionario.

Punto 49. Come deve essere nella parola e nello scritto un legionario.

Il legionario, nella parola e nello scritto, deve essere breve, chiaro e preciso. Le chiacchiere lunghe e ingarbugliate sono le chiacchiere della democrazia.

Punto 50. Il vestito del legionario.

Il legionario andrà vestito modestamente. Egli non apprezzerà gli abiti lussuosi e fastosi di nessuno. Egli disprezzerà il lusso, che considererà fondato su un'inclinazione spirituale verso la frivolezza, verso la disonestà. Oggi l'uomo amante del lusso, se non è un ladro, appartiene a una delle varie categorie del brigantaggio; in ogni caso egli è un uomo senza sentimenti che schiaffeggia la miseria infinita del paese.

Il legionario non giudicherà un uomo secondo il suo abito e non farà mai distinzione fra un uomo povero con abiti modesti e un uomo con abiti buoni. Il legionario giudicherà le persone secondo ciò che esse hanno sotto l'abito, cioè secondo il loro animo.

Ci sono molti vestiti malandati che nascondono sotto di loro tesori d'oro nel cuore!

Punto 51. Il legionario e l'amministrazione del denaro della comunità.

Il legionario che si approprierà di denaro che non gli appartiene, che amministrerà in modo disonesto il denaro della Legione e di qualsiasi persona; colui che non potrà render conto, conforme all'impegno, del denaro incassato dalla vendita di opuscoli, giornali, distintivi, ecc., verrà eliminato per sempre dalla Legione, quale che sia la posizione che egli occupi in essa.

In questa organizzazione non possono crescere se non uomini d'onore.

Un piccolo furto non può lasciarci indifferenti, poiché, in definitiva, esso non è che la semenza di grandi furti, semenza che, sviluppandosi a causa della nostra tolleranza, potrebbe crocifiggere di nuovo, con le ruberie, il popolo romeno e questa terra.

Punto 52. Il sentimento della dignità.

Siamo stanchi della mancanza di dignità umana. Se non dai una mancia, se non paghi, non ti si iscrive al partito. Se non paghi, le pratiche marciscono negli uffici del municipio. Se non dai una mancia, non puoi entrare al Ministero. Se non dai una mancia, non puoi esercitare il tuo diritto. La mancia, la bustarella e la frode hanno distrutto la sanità morale del popolo romeno. Il legionario cercherà di eliminare queste abitudini e di far rinascere il senso della dignità umana. Egli non darà niente a nessuno, non prometterà niente a nessuno, e, quando renderà un servizio a qualcuno, non si umilierà ad accettare mance o bustarelle, ma prenderà per il collo il subornatore.

Punto 53. La scuola del fatto creatore.

Il legionario deve essere uomo d'azione. Con la sua azione, con la sua opera, egli costruirà dalle fondamenta la nuova Romania.

Punto 54. La preghiera come elemento decisivo della vittorie. L'appello agli antenati.

Il legionario crede in Dio e prega per la vittoria della Legione.

Non si dimentichi che noi, popolo romeno, stiamo qui, su questa terra, per volontà di Dio e benedizione della Chiesa cristiana. Intorno agli altari delle chiese si è trovata radunata migliaia di volte, in tempo di dolore e di difficoltà, l'intera gente romena di questa terra, donne, bambini e vecchi, con la perfetta consapevolezza che quello era l'ultimo rifugio possibile. Ed oggi noi -popolo romeno- siamo pronti a radunarci intorno agli altari come nei tempi dei grandi pericoli, per ricevere, in ginocchio, la benedizione di Dio.

Le guerre sono vinte da coloro che hanno saputo attrarre dai cieli le forze misteriose del mondo invisibile e assicurarsi il concorso di queste forze. Queste forze misteriose sono già spiriti dei morti, già spiriti dei nostri antenati, i quali sono stati anche loro, un tempo, legati alla nostra terra, alle nostre zolle e sono morti in difesa di questa terra, rimanendo ancor oggi legati ad essa dal ricordo della loro vita quaggiù e per tramite nostro, loro figli, nipoti e pronipoti. Ma più in alto degli spiriti dei morti sta Dio.

Queste forze, una volta attratte, fanno pendere la bilancia dalla tua parte, ti difendono, ti infondono coraggio, volontà e tutti gli elementi necessari alla vittoria e fanno sì che tu vinca. Gettano il panico e il terrore fra i nemici, paralizzano la loro attività. In ultima analisi, le vittorie non dipendono dalla preparazione materiale, dalle forze materiali dei belligeranti, ma dal loro potere di assicurarsi il concorso delle potenze spirituali. In questo modo si spiegano, nella nostra storia, le vittorie miracolose di alcune potenze assolutamente inferiori dal punto di vista materiale.

Come ci si può assicurare il concorso di queste forze?

1) Con la giustizia e la moralità delle tue azioni.

2) Con l'appello fervente, insistente ad esse. Chiamale, attraile con la potenza del tuo spirito ed esse verranno.

Il potere di attrazione e tanto più grande, quanto più numerosi sono coloro dai quali viene rivolta, in comune, la preghiera, l'appello.

Perciò nelle riunioni dei cuiburi che si tengono in tutto il paese il sabato sera, si reciteranno preghiere e si esorteranno tutti i legionari ad andare in chiesa il giorno seguente, cioè la domenica.

Il nostro patrono è il Santo Arcangelo Michele. Dobbiamo avere la sua icona nelle nostre case, e nei tempi difficili dobbiamo chiedere aiuto a lui, ed Egli non ci abbandonerà mai.

Punto 55. La scuola della sofferenza.

Colui che entra in questa lotta, deve sapere fin dall'inizio che dovrà soffrire. Dopo la sofferenza viene sempre la vittoria. Colui che saprà soffrire, quegli vincerà.

Perciò noi legionari accetteremo le sofferenze con onore. Ogni sofferenza è un passo verso il riscatto, verso la vittoria.

Una sofferenza non scoraggerà il legionario, ma lo renderà d'acciaio, temprerà il suo spirito. Coloro che hanno sofferto ed ancora soffriranno, saranno veramente eroi della lotta legionaria. La benedizione della Patria si stenderà sopra di loro e sopra le loro famiglie.

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