Sesta parte

Il capo di cuib in tempo di campagna elettorale

Come si è visto fino ad ora, l'obiettivo del legionario non è la campagna elettorale, ma la campagna elettorale è di un'importanza grandissima, poiché è la sola via che la legge ci mette a disposizione per determinare qualunque mutamento che noi desideriamo per il paese.

La sorte del paese per 3 o 4 anni, talvolta anche per un arco di tempo più lungo, viene sancita nel giorno delle elezioni. In quel momento l'elettore è arbitro del paese. Ciò che egli, col suo voto, deciderà, si verificherà. E proprio per questo nel giorno delle elezioni girano i compratori d'anime dei partiti politici con denari, con bevande alcooliche, con cibi, per acquistare voti. Contro il malcostume dei politicanti noi dobbiamo opporre la fede nei giorni migliori per la stirpe romena e allora vinceremo, così come abbiamo vinto a Tutova, a Neamtz ecc.

Ecco perché il capo di cuib dovrà attribuire grande importanza alla campagna elettorale.

Punto 42. Promesse elettorali il legionario non ne fa

Alla vigilia della campagna elettorale tutti già uomini politici cominciano con le promesse.

Un capo legionario non prometterà se quello che noi possiamo fare. Noi non promettiamo danaro, non promettiamo acquavite, non promettiamo cariche. Noi non compriamo col danaro gli animi umani. Coloro che vengono in nome di Dio non fanno ciò. Soltanto chi viene in nome di Satana compera gli animi col denaro.

Un capo legionario dirà: Non promettiamo denaro, ma promettiamo giustizia.

Non promettiamo di fare qualcosa per te, ma promettiamo di agire, di lottare per la nostra terra.

Chi vuole lottare per la giustizia e per l'onore del paese, chi vuole agire per la sua terra, chi vuole sacrificarsi accanto a noi, venga con noi.

Sarà bene così? Sì. Sì, perché le cose vanno in un paese come in un podere. Se in un podere c'è terra buona, ricca, dotata di tutto ciò di cui un podere ha bisogno, ma il massaio non è solerte, è scialacquatore, beve tutto quanto possiede, litiga tutto il giorno, allora il podere andrà in rovina, e i suoi figli se la passeranno molto male. Saranno anch'essi dei poveri diavoli affamati. Ma se a quel massaio succede un uomo onesto, lavoratore, diligente? In breve il podere fiorirà e tutti i figli fioriranno anch'essi come peonie.

La nostra terra non è forse anch'essa un podere, con terra buona e ricca? Con tutto quanto le abbisogna? E noi Romeni non siamo i figli del podere? E non siamo ora poveri diavoli affamati? Quando però cambieremo il podere, allora non saremo più così. E questo lo farà la Legione. Essa cambierà il podere, cioè i governi dei partiti, e costituirà un governo legionario.

Questa è l'unica promessa che il legionario fa alla vigilia delle elezioni e sempre.

Punto 43. Quale è il nostro scopo? Dove dobbiamo arrivare?

Il capo di cuib deve tener scuola a tutti i legionari e dir loro che il nostro scopo non è quello di eleggere un numero di 5, 10, 20 deputati. Esso risulta molto più grande, molto più santo e molto più difficile.

Noi dobbiamo far si che tutta la Romania divenga legionaria.

È il nuovo spirito legionario che dovrà comandare. Il paese deve essere condotto secondo la volontà dei legionari. Perciò un deputato legionario eletto in un circondario dovrà correre in 5-6 circondari a propagare la nuova fede e a chiamare alla vita tutti i Romeni, preparando l'ora della vittoria.

Alcuni dicono: una volta è venuto dalle nostre parti, ma poi non s'è più fatto vivo: l'abbiamo eletto e non viene più.

Risposta: Come può venire, se ci sono 71 circondari con 71 città e 10.000 comuni dove il Capo della Legione gli ha ordinato di accorrere per costituire nuovi cuiburi, per organizzare e preparare la grande vittoria? E se andassimo in ogni comune, ci vorrebbero 10.000 giorni, e diecimila giorni significano circa 30 anni. Vedete come è difficile venire una sola volta in ogni comune? Pensate dunque se ci dovessimo venire 2, 3 volte. Non ci basterebbe una vita intera. I legionari devono capire questo e spiegarlo a tutti. Essi devono rallegrarsi quando considerano che due anni fa non avevamo organizzazioni se non nei circondari di Cahul, Covurlui e Neamtz e in altri 3 o 4, mentre ora ne abbiamo in 50 circondari.

Altri dicono: «Ecco, abbiamo eletto anche questi della Legione. Anche loro non hanno fatto niente».

I legionari risponderanno: i deputati legionari, anche se fossero 30 o 40, non possono fare molto! Aspettate che i legionari vincano nel paese, che si estendano da un capo all'altro della Romania, e allora vedrete le grandi riforme che essi faranno. Le leggi che i legionari hanno preparato sono leggi di grande giustizia, leggi che il popolo aspetta da molto tempo.

Chi crede nella vittoria finale, chi sa lottare fino alla fine, solo quegli è legionario. Solo colui che in cuor suo non ha dubitato si rallegrerà nell'ora della vittoria, allorché il popolo romeno traccerà, secondo la sua volontà, un nuovo, grande cammino, un cammino di vittoria.

Punto 44. Richieste.

I deputati legionari, subito dopo le elezioni, hanno ricevuto migliaia di richieste. Alcuni chiedono denaro, altri chiedono che venga dato loro un impiego, altri chiedono legna da ardere gratis, altri chiedono terra.

Un legionario non chiede. Egli dice: non abbiamo bisogno di denaro o di impieghi. Dateci leggi giuste nel paese, perché con leggi giuste, grazie al nostro lavoro, avremo denaro ed esistenza dignitosa. I deputati legionari non possono correre per i ministeri con 2.000 richieste per 2.000 persone, mentre 14 milioni di contadini, lavoratori, impiegati devono aspettare e ancora aspettare il giorno della loro giustizia. I deputati legionari non daranno una sistemazione a 5 o 6 loro partigiani di un villaggio, come fanno i partiti politici, lasciando l'infelice moltitudine dei poveri a lavorare tutta la vita come bestie da soma. E poi, se un deputato legionario prega un ministro di rendergli un servigio per 1, 2, 3 persone, il giorno seguente è il ministro che prega il legionario di chiudere un occhio sulle leggi che egli fa e di non combatterle. Perciò i capi legionari dovranno spiegare queste cose a tutti e fare della vera scuola legionaria. Essi devono dire queste cose a tutti. Se siamo entrati nella Legione, non chiediamo nulla per noi, ma diamo. Diamo anima, diamo lavoro, diamo sofferenza, diamo tutto quanto abbiamo, per il santo giorno della vittoria della stirpe romena.

Punto 45. Che cosa deve fare il capo di cuib e perché deve vigilare in tempo di campagna elettorale.

Subito dopo la caduta del governo i capi di cuib terranno riunioni coi loro cuiburi una volta ogni 2 giorni. Inoltre essi si riuniranno in una seduta a parte con tutti gli altri capi di cuib del villaggio o del comune per studiare la situazione e prendere tutte le misure che crederanno opportune per il miglior successo della Legione. Nello stesso tempo prenderanno misure per eseguire gli ordini giunti dai capi di circondario, se tali ordini sono arrivati.

Punto 46. Che cosa faranno i capi di cuib prima delle elezioni.

a) Insegneranno il nostro simbolo elettorale a tutta la gente del villaggio.

Il simbolo deve essere tracciato sulla carta, in maniera che anche i bambini del villaggio lo possano conoscere alla perfezione. Si interesseranno presso il capo di circondario per sapere su quale pagina della scheda elettorale è stampato il nostro simbolo e spiegheranno per tempo alla gente se si trova a pagina 1, 2 o 3.

b) Faranno in modo che il simbolo sia riprodotto col gesso, con la calce o col catrame sia nel villaggio sia sulla strada fuori del villaggio.

c) A ogni uomo del cuib saranno affidati almeno cinque contadini del villaggio, che egli dovrà cercare di convincere a votare per la Legione.

d) Il legionario non crederà mai e non lascerà che altri credano alle menzogne che gli avversari divulgheranno sul conto nostro: che la lista è stata ritirata, che il nostro simbolo non si trova sulla scheda elettorale, che la nostra organizzazione è stata legalmente disciolta, che nessuno può votare per la Legione, che chi dirà ancora qualcosa sulla Legione verrà punito, che siamo stati arrestati, picchiati, uccisi, fucilati, ecc. Tutte queste menzogne le dicono gli avversari sul conto nostro in tempo di campagna elettorale per sviare gli elettori affinché essi non votino per noi. Altri poi cercano di ingannare la gente sostenendo che saremmo cuzisti anche noi. I legionari risponderanno: non siamo e non saremo mai cuzisti!

e) È molto probabile che fino al villaggio vicino non arrivi nemmeno un nostro manifesto, sia per mancanza di fondi, sia perché i manifesti sono stati bloccati alla posta. I capi dei cuiburi del rispettivo comune faranno quello che potranno, per esempio piccoli manifesti scritti a mano e lotteranno svolgendo propaganda presso le persone.

f) È ugualmente possibile che nessun nostro candidato possa entrare fino a quel villaggio. I capi di cuib prepareranno per tempo la gente a una simile eventualità affinché essa non rimanga scoraggiata.

g) Cercheranno di prender parte a tutte le riunioni indette dagli avversari politici, per sentire ciò che vi si dice e per poter illuminare la gente dopo la loro partenza dal villaggio.

Punto 47. Che cosa faranno il giorno delle elezioni.

a) Il giorno delle elezioni i capi di cuib di un villaggio, insieme con tutti i loro uomini, giovani e vecchi, si riuniscono tutti in uno stesso luogo e poi si dirigono in blocco verso la sezione elettorale con la bandiera e col simbolo fatto di legno e verniciato di nero.

b) Essi cercheranno di aver già da prima una tattica di lotta ben precisa, di modo che chiunque volesse impedir loro di votare venga respinto e costretto a starsene quieto.

c) Nel caso in cui non siamo sufficientemente numerosi, in quel comune essi allora si disperderanno in mezzo agli altri fino alla sezione elettorale. E se noteranno che la persecuzione contro di loro è grave, allora ostenteranno tutti sul petto il simbolo del governo e diranno di essere passati dalla parte del governo, ma nella cabina -dove solo Dio li vede- voteranno per la Legione.

Durante questa lotta, i capi dei cuiburi si comporteranno fra loro nella più perfetta armonia e colla maggiore disciplina possibile, obbedendo agli ordini sia della centrale, sia del circondario, sia del distaccamento legionario o dei cuiburi superiori.

Nell'ultima riunione del cuib, prima di recarsi a votare, tutti i capi dei cuiburi, insieme coi legionari, pregheranno come prima di ogni battaglia.

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