Lo Stato basato sulla vecchia ideologia della rivoluzione francese va in rovina. Nel mondo si pone il problema di uno Stato nuovo. Esso può essere molto buono o molto cattivo. Come sarà? Sarà come noi lo faremo.
Lo Stato nuovo però non si può fondare soltanto su concezioni teoriche di diritto costituzionale.
Lo Stato nuovo presuppone, in primo luogo e come elemento indispensabile, un tipo nuovo di uomo. Uno Stato nuovo, con uomini dei vecchi difetti, non lo si può concepire.
Lo Stato è un semplice abito che riveste il corpo della nazione. Possiamo confezionare un abito nuovo, lussuoso, costoso, ma che non sarà di alcuna utilità se ricoprirà un corpo esausto, distrutto da cancri morali e fisici.
L'uomo nuovo, e la nazione rinnovata, presuppone un grande rinnovamento spirituale, una grande rivoluzione spirituale del popolo intero, cioè un rovesciamento dell'orientamento spirituale odierno, e un'offensiva categorica contro questo orientamento.
In questo uomo nuovo dovranno rivivere tutte le virtù dello spirito umano. Tutte le qualità della nostra razza. In questo uomo nuovo dovranno essere uccisi tutti i difetti e tutte le tendenze al male.
In questo tipo d'eroe -eroe in senso militare, affinché egli possa con la lotta imporre il suo punto di vista; eroe in senso sociale: incapace di sfruttare, dopo la vittoria, il lavoro altrui; eroe del lavoro, gigante creatore della sua terra per mezzo del lavoro- deve essere concentrato tutto ciò che il popolo romeno ha potuto raccogliere di superiore in migliaia di anni.
Attendiamo quest'uomo, quest'eroe, questo gigante. Su di lui si fonderà lo Stato nuovo, la Romania di domani.
Il movimento legionario, prima di essere un movimento politico, dottrinario, economico ecc., un complesso di formule, è una scuola spirituale da cui, se vi entrerà un uomo, all'altro termine dovrà uscire un eroe.
È possibile che avvenga questo grande rinnovamento della nazione romena? Esso è vicino. Lo sentiamo tutti. Dopo una lunga notte di secoli, oggi, fra i medesimi confini, il popolo romeno aspetta il sorgere del sole, aspetta l'ora della sua resurrezione come stirpe. È possibile che tutte le ansie millenarie si fermino a una semplice questione di struttura: unità in uno Stato di tutti i Romeni? Non sentite dal profondo come fermenta la grande rinascita del popolo romeno?
In questa risurrezione assumerà un ruolo grandioso la gioventù. Essa è chiamata dal destino sulla scena della storia. Non ci comprendono i vecchi uomini? Non ci comprendono perché l'appello sacro del destino solo noi lo possiamo udire, solo noi lo intendiamo, poiché solo a noi esso è rivolto.
Leggi, stati d'assedio, baionette in grado di arrestare il destino di un popolo non sono esistite, non esistono e non esisteranno mai.
Questa grande resurrezione determinerà da sé una nuova offensiva del popolo in tutti i domini. Questa offensiva, aiutata e sostenuta da leggi, restaurerà il Romeno nei suoi diritti, dei quali egli è stato defraudato per mille anni, anno dopo anno, con l'iniquità e la violenza.
In ogni località, il Capo della Legione sarà accolto e accompagnato in primo luogo dai legionari feriti, in secondo luogo dai legionari che hanno sofferto persecuzioni, in terzo luogo dai militanti legionari, in quarto luogo dagli amici della Legione.
I vari comandanti legionari disporranno sempre il mondo legionario nell'ordine sopra indicato.